Perchè fare il bilancio familiare?

L'educazione finanziaria è un gioco da ragazzi

Perchè fare il bilancio familiare?

bilancio familiare

Possiamo considerare la famiglia come la nostra prima azienda: che siamo soli, in coppia o più, a volte sembra veramente un’impresa far quadrare i conti. Eppure bastano pochi accorgimenti per gestire le proprie finanze al meglio prendendo decisioni consapevoli su quanto spendere, cosa acquistare nell’immediato e quali spese possono, invece, essere rimandate.

Un’attenta gestione del bilancio familiare consente di identificare e ridurre eventuali sprechi, di gestire più efficacemente le risorse e calcolare quanto risparmiare e destinare a investimenti. 

Non conta quanto si guadagna, si può iniziare a fare il proprio bilancio familiare o personale a qualsiasi età e prima si inizia meglio è, perchè per diventare bravi ad amministrare i soldi bisogna allenarsi, e diventando bravi ci si garantisce una migliore stabilità economica.

Ma da dove iniziare? 

Entrate e uscite

Prima di tutto fai un elenco di quelle che sono le entrate e le uscite per capire come usi i soldi. 

Tra le entrate rientrano le entrate derivanti da redditi (lavoro, pensione, ecc., propri e degli altri membri della famiglia); e le eventuali rendite, sia di tipo immobiliari (es.affitti) che finanziarie (es. azioni, titoli di stato, fondi comuni, ecc.). Altre tipologie di entrate possono essere rimborsi, donazioni, eredità, ecc.

Tra le uscite rientrano tutte le spese che effettui che puoi dividere tra quelle essenziali e non e tra le fisse e variabili.  Bisogna avere costanza e disciplina per effettuare bene questa attività, dedicando un momento fisso della giornata a fare il resoconto di quanto si è speso e come. Potrà sembrarti difficile all’inizio ma ti renderà subito molto più consapevole di come usi il denaro e potrai quindi decidere al meglio come spenderlo. 

Per tracciare entrate e uscite puoi utilizzare molti strumenti, dai più semplici come carta e penna, a quelli più tecnologici, come i fogli excel o le app. Tutti gli strumenti sono validi, la cosa importante è essere costanti per avere le informazioni sulle tue abitudini di spesa per un arco di tempo significativo, come per esempio un mese, per poter passare alla fase due.  

Metti ordine 

Come quando vuoi riordinare l’armadio, una volta tirato fuori tutto,  dividi gli indumenti per categorie,  puoi fare lo stesso per le entrate e le uscite.

Puoi dividere le entrate tra fisse e variabili. Entrate fisse possono essere lo stipendio, pensioni,  rendite mentre le variabili compensi per lavori occasionali, donazioni, eredità.  Per le spese puoi individuare quelle fisse pensando a quali sono quelle a cui non puoi rinunciare, come l’affitto della casa in cui vivi, le bollette, le spese per alimenti, ecc. Le altre sono quelle non necessarie, come mangiare al ristorante, cinema, attività del tempo libero. 

Questo esercizio ti aiuterà anche a comprendere quali sono le cose importanti per te e a scegliere quindi a quali vuoi dare priorità.

I giusti abbinamenti 

Ora che hai ben chiaro quali sono le entrate e uscite divise tra fisse e variabili, necessarie e non, puoi effettuare i giusti “abbinamenti”. 

Puoi per esempio abbinare le spese necessarie alle entrate fisse, per non rischiare di andare in rosso, oppure puoi decidere di ridurre le spese per una particolare voce per dedicare quei soldi ad un’altra attività. Per aiutarti a fare questa analisi puoi porti alcune domande, come quali sono le voci di bilancio per le quali spendo di più? Quanto potrei risparmiare ogni mese per effettuare un acquisto futuro?

Bonus: La regola del 50-20-30

La regola del 50-20-30, ideata da Elizabeth Warren, economista e senatrice americana, può aiutarti a capire come distribuire in modo ottimale il tuo budget familiare tra le varie voci di spesa. Secondo la senatrice Warren puoi dividere le voci del tuo bilancio in tre percentuali:

  • il 50% delle entrate dovrebbe essere riservato alle spese necessarie, che in base al tuo stile di vita possono essere per esempio l’affitto,  le utenze,  gli alimentari, bollette e trasporti.
  • il 30% delle entrate dovrebbe essere utilizzato per le spese non necessarie e che potremmo definire superflue ma che non sono meno significative per il nostro benessere, come andare al cinema, al ristorante, in pizzeria con gli amici, oppure in palestra, in vacanza. In sostanza quelle che rientrano nelle spese “discrezionali”.
  • il 20% delle entrate deve essere risparmiato oppure destinato all’investimento e al raggiungimento di determinati investimenti futuri, come l’acquisto di una casa, di un’auto o anche di un semplice elettrodomestico. Non vanno considerati in questo 20% gli eventuali debiti.

Non è necessario rispettare queste percentuali alla lettera, ma sono una linea guida importante che rende più facile risparmiare perchè chiarisce ulteriormente quali sono le spese essenziali, quali quelle discrezionali e per quali obiettivi finanziari risparmiare/ investire.

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